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25 GEN 2020 – VISITA GUIDATA AL RIONE TRASTEVERE “LA CHIESA DI SAN FRANCESCO A RIPA GRANDE, IL COMPLESSO DI SANTA MARIA IN CAPPELLA E IL GIARDINO DELLE DELIZIE DI DONNA OLIMPIA” con la Prof.ssa CARLA BENOCCI

Appuntamento Sabato 25 gennaio, alle ore 10, davanti all’ingresso della Chiesa S. Francesco a Ripa Grande, in Piazza San Francesco d’Assisi n. 88 – Roma. Dopo circa un’ora di visita, il gruppo proseguirà a piedi (550 m) per raggiungere il Complesso Architettonico di S. Maria in Cappella, in Vicolo S. Maria in Cappella n. 6.

Ingresso gratuito a San Francesco a Ripa Grande

Ingresso a S. Maria in Cappella e Giardino: € 6,00 (ridotto € 4,00 per possessori carta FAI)

Contributo ad Ass-Agir per visita guidata: € 5,00 da parte di Soci Ass-Agir, loro parenti di I grado e soci AER convenzionati.

Altri: € 10,00. Si prega di portare soldi spicci.

Prenotarsi tramite la mail visite@ass-agir.it entro giovedì 23 gennaio

Massimo n. di partecipanti: 40

Brevi cenni storici

CHIESA DI SAN FRANCESCO A RIPA GRANDE (Piazza S. Francesco d’Assisi, 88)

La Chiesa di San Francesco a Ripa Grande è la prima chiesa francescana di Roma, un luogo di grande spiritualità nel cuore di Trastevere. La chiesa deve la sua denominazione alla vicinanza con il soppresso porto di Ripa Grande, affacciato sul Tevere fino all’Ottocento. La bellissima chiesa barocca custodisce, in un angolo di semplicità, la cella, oggi Santuario, dove San Francesco fu accolto durante le giornate romane di visite papali. L’ambiente è quello tipico francescano, privo di sfarzo e lusso, ma arricchito da monumenti funebri, che adornano pilastri e pareti, e da inestimabili opere d’arte come “L’estasi della Beata Ludovica” di Gian Lorenzo Bernini o le opere della cappella di Giorgio De Chirico. Sulle orme del Santo, fratello dei poveri, dei malati e dei lebbrosi, la fraternità di frati minori di Ripa, insieme a tanti amici, vive pregando e prendendosi cura di persone in disagio.

COMPLESSO DI SANTA MARIA IN CAPPELLA (Vicolo di S. Maria in Cappella, 6)

Un piccolo gioiello che si nasconde nel cuore di Trastevere e che, finalmente, dopo un attento e lungo restauro è stato riaperto al pubblico. Dalla Vergine che accoglie i pellegrini, al giardino della “Pimpaccia di Piazza Navona”, alla chiesa e ospedale ottocentesco: un sito eccezionalmente conservato.

La Chiesa, consacrata nel 1090, ancora mantiene le caratteristiche originarie, sui resti delle case romane ritornate in luce in scavi recenti, la molteplicità di antichi arredi scultorei presenti e l’assetto semplice e raffinato, destinato ad ospitare il concistoro di cardinali per l’elezione del papa, una sorta di antica Cappella Sistina. La santa romana per eccellenza, Francesca appunto Romana, realizza nel XIV secolo nella navata destra della chiesa e nel manufatto attiguo un ospedale per i pellegrini (ancora in parte conservato), dando prova di grande generosità e amorevole assistenza, insieme alle consorelle, ora nel convento vicino al Campidoglio.

Nel Seicento un’altra donna celebre entra in possesso della chiesa e del sito, l’amata e odiata Olimpia Maidalchini Pamphilj, cognata del papa Innocenzo X e autorevole consigliera nelle politiche nazionali e internazionali, nota come Pimpaccia di Piazza Navona. Il luogo mantiene le testimonianze dapprima del favore del papa per donna Olimpia, che riceve in dono un mosaico minuto realizzato da Francesco Borromini per il giubileo del 1650, inserito nella chiesa, e poi del declino, allontanata dal potere per errori di valutazione nella politica internazionale. Il giardino che donna Olimpia si fa costruire sulle rive del Tevere è assai suggestivo, già ornato con la scultura della Lumaca, eseguita dagli allievi di Gian Lorenzo Bernini e ora in collezione Doria Pamphilj; nel verde prosperano alberi di cachi, agrumi (meno prosperi), una pergola d’uva e altre essenze, giardino prezioso sulle rive del fiume, mantenuto nonostante l’apertura dei muraglioni ma un tempo affacciato su un attracco portuale. Nell’Ottocento i Pamphilj mantengono e sviluppano l’ospitalità per disagiati e malati, con una magnifica cappella ornata di mosaici e vetrate e con una sobria e funzionale stanza per gli ammalati, ancora conservati. La veduta del giardino e del complesso dalla loggia dell’ospedale ottocentesco merita attenzione e rispetto, per la storia secolare che testimonia.

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