Domanda: Durante una recente visita a Villa Pamphili, nella zona tra la Cappella Pamphili e l’Aurelia, ho notato un alberello alto circa 3 m, con fusto grigio e chioma espansa forse altrettanto o più, che non conoscevo. Le foglie erano opposte, con margine seghettato, lucide nella pagina superiore, opache e di colore verde più chiaro in quella inferiore, di consistenza piuttosto cuoiosa. Mi hanno colpito soprattutto i piccoli frutti ancora verdi, che ricordano un po’ quelli della Berretta del prete. Ringraziando invio distinti saluti Jack 43
Postata da: Jack 43
Risposta di: Dott. Ugo Laneri
Il genere effettivamente è Euonymus, ma per l’identificazione della specie devo ringraziare un amico, Andrea Gulminelli. L’alberello è un Euonymus pendulus Wall., noto anche come Euonymus lucidus D. Don. Specie sempreverde, originaria delle zone himalayane dal Pakistan all’Assam settentrionale, è decisamente rustica. In primavera produce foglie di colore bronzeo e piccoli fiori bianchi a 4 petali, da cui si formano delle capsule di circa 15 mm con 3-5 lobi alati. Quasi certamente è autocompatibile (cioè sopporta l’autofecondazione), poiché porta frutti. Una specie diffusa in Italia è Euonymus europaeus L., detta Fusaggine o Berretta del prete (o del cardinale) per la forma caratteristica del frutto (di colore rosa scuro, da cui fuoriescono semi rosso-arancio, lucidi), che è tossico, come anche la corteccia. Molto diffusa nei giardini, soprattutto per siepi, è Euonymus japonicus (Evonimo), spesso nelle varietà a foglie bordate di chiaro; è molto suscettibile all’oidio ed alle cocciniglie. Euonymus appartiene alla Fam. Celastraceae, i cui generi, comprendenti circa 1300 specie, sono quasi tutti tropicali; fanno eccezione Celastrus, Euonymus, Maytenus. Di quest’ultimo genere, una specie arborea di modeste dimensioni (M. boaria) è diffusa nelle pampas argentine, dove i bovini, ghiotti delle sue foglie, la brucano in basso fin dove possono, lasciando la base della chioma perfettamente orizzontale, come se fosse stata potata. Altra specie notevole è l’africana Catha edulis, da cui si ricava una droga, il khat.